Storia degli ebrei in Algeria

Ebreo d'Algeria, XIX secolo
Coppia di ebrei algerini, 1856-1858, fotografia fatta da Félix-Jacques Moulin

Una delle più antiche comunità ebraiche del Nordafrica fu quella degli ebrei d'Algeria. La storia di questa comunità inizia nell'antichità, anche se non è possibile risalire con certezza al tempo esatto dell'arrivo dei primi ebrei nel territorio della moderna Algeria. Diverse ondate di immigrazione contribuirono ad aumentare il numero degli ebrei algerini.
È possibile che ci fossero degli ebrei durante il periodo cartaginese dell'Algeria, ma lo sviluppo delle comunità ebraiche iniziò con la dominazione romana. Le rivolte ebraiche del I e del II secolo nella Giudea causarono l'arrivo in Algeria di immigrati ebrei in fuga dalla repressione romana. Il proselitismo che gli ebrei fecero tra i berberi è un fatto storico accertato, ma la sua importanza è ancora dibattuta.

La conquista musulmana del Nord Africa, e quindi dell'Algeria, venne completata nell'VIII secolo. Gli ebrei sotto il nuovo dominio islamico, in quanto "Gente del Libro", ottennero lo status di dhimmi e fu garantita loro la libertà religiosa.
Nuove ondate di immigrazione ebraica successivamente rafforzarono le comunità ebraiche algerine: gli ebrei in fuga dalla Spagna a causa delle persecuzioni visigote del VI e VII secolo, e nuovamente a causa delle persecuzioni legate alla Reconquista cristiana della Spagna, dal XIV al XVI secolo; quindi è chiaro che l'ebraismo sefardita iberico influenzò in maniera molto forte l'ebraismo algerino.

Nel XVIII secolo altri ebrei, per lo più livornesi, arrivarono in Algeria, giocando un ruolo molto importante nel commercio con l'Europa e l'impero ottomano. Più tardi, nel XIX secolo, l'Algeria accolse molti ebrei marocchini della città di Tétouan.[1]


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